27 giugno 2010

Altro da me

Vorrei schiacciare le zanzare mentre pungono le persone. Paf, sonoramente, tra il collo e la scapola del ragazzo in coda per la birra davanti a me, sul ginocchio di quella che fuma appoggiata ad un furgone. "Grazie". "Non c'è di che". E la serata continuerebbe. Invece a Milano, ma forse anche in altri agglomerati urbani, è richiesto un certo tipo di intimità, per schiacciarsi reciprocamente le zanzare. Quindi serro le labbra strette, e resto ferma a osservare quel quadratino di pelle anonima. E mi sento un po' in colpa.
Un' altra cosa che non posso fare è scoprire come finiscono i tatuaggi degli sconosciuti. Sollevare le maniche delle loro magliette per vedere di che colore sono i capelli della pin-up, o quanti garofani può contenere una spalla. Mi passano accanto gesticolando nel caldo, alzando le braccia per chiamare qualcuno, e io piego la testa di lato, inarco leggermente la schiena per avere la visuale migliore del disegno che indossano. Poi faccio finta di niente, continuo a parlare.
Le relazioni interpersonali sono sempre complesse.

2 commenti:

  1. mamma mia che bello questo post.
    e il cercare di capire che libro sta leggendo? anche lì sono gran colli piegati in posizioni socialmente e fisicamente pericolose!

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  2. post lucido!
    Ma se la puntura di zanzara non fosse fastidiosa le uccideremmo lo stesso o ci lasceremmo succhiare via il sangue amaro come pegno alla natura?

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