8 giugno 2010

The cave

“Sto imparando a bere il vino rosso, sapete?”
Giulia lo dice a voce bassa, con lo sguardo perso verso la superficie del tavolo. Come se non stesse parlando con Ernesto e Francesca ma con i due ippopotami di plastica con cui stanno giocando. Sono due, uno giallo e uno rosa, che tentano di rubarsi a vicenda delle palline colorate con le loro bocche meccaniche. Ernesto e Francesca azionano velocemente le molle, con i nervi dei polsi tesi e le spalle incurvate in avanti. Ernesto si distrae, guarda Giulia che parla stringendo una bottiglia di Coca cola.
“Non stai imparando a bere il vino”, le dice.
Francesca salta giù dalla sedia con un gridolino di vittoria, accennando dei movimenti di bacino che vorrebbero significare compiacimento. Ha vinto, di nuovo. Poi scoppia in lacrime, di nuovo. È la terza partita che vince e la seconda volta che si mette a piangere da quando è tornata a casa dal lavoro. Giulia ed Ernesto si voltano verso di lei, serrano contemporaneamente le labbra.
“Scendiamo a bere”.
Prendono due birre. Giulia ha ancora tra le mani la Coca cola. Entrano in silenzio in ascensore, Francesca ha smesso di piangere e ha tutto il mascara colato attorno agli occhi che la fa sembrare un panda stupito. Il loro appartamento è al quinto piano, cominciano a bere in silenzio. Arrivati al piano terra restano dentro, continuano a bere, Giulia ed Ernesto seduti per terra, con le spalle appoggiate contro la tappezzeria stinta delle pareti, Francesca resta in piedi e ogni tanto si guarda nello specchio. Non si parlano. Quando le bottiglie sono vuote Francesca schiaccia il numero cinque. L’ascensore si rimette in moto con uno strattone.

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